martedì 4 gennaio 2011

Padova, calendario della Provincia troppo leghista e i comuni lo restituiscono

Contestata l'iniziativa della Provincia che indica la Festa della mamma e quella dei veneti, ma non sottolinea 25 Aprile e Primo Maggio

SOLESINO. Una Befana un po'... smemorata. E' secondo il Comune di Solesino la protagonista del calendario 2011, stampato a cura della Provincia di Padova in 50.000 copie, da distribuire ai bambini di tutto il territorio padovano. Simpatico e colorato, ma con alcune «stranezze» che balzano all'occhio. Sono citati la Festa del papà, della mamma e dei nonni, il Martedì grasso, l'inizio della primavera, la Festa del popolo veneto (25 marzo). Mancano però due ricorrenze non proprio irrilevanti: 25 aprile e 1 maggio (ma c'è il 2 giugno). E il Comune di Solesino si indigna.

«Abbiamo voluto attingere dalla lingua veneta parole e modi di dire» sostengono l'assessore alla Cultura e Identità veneta, Leandro Comacchio e il presidente della Provincia di Padova, Barbara Degani, nella presentazione dell'iniziativa «per non dimenticare le nostre origini e per trasmettere a voi più piccoli le tradizioni antiche che ci caratterizzano da anni».

«Peccato che tra le varie ricorrenze - fa notare l'amministrazione comunale di Solesino - si evidenzi anche la 3ª edizione della Festa del popolo veneto, che non ci sembra trovar spazio fra quelle tradizioni venete antiche di cui si diceva nell'introduzione. Ma proseguendo ci accorgiamo che il 25 Aprile Festa della liberazione per noi italiani, viene citato come Pasquetta e San Marco, mentre il 1º Maggio, Festa nazionale del lavoro, è indicato come una semplice domenica non degna di particolari citazioni».

«Errori di stampa, come ci auguriamo, o il segnale di un "revisionismo storico" sicuramente poco adeguato per essere divulgato ai nostri giovani? Certo è che la Festa del popolo veneto non può assolutamente essere prevalente rispetto alle Feste nazionali sulle quali è basata la Costituzione della nostra Repubblica - continua l'amministrazione di Solesino - Proprio perché riteniamo che i nostri giovani abbiano il diritto di saperlo e di continuare a ricordarlo, siamo contrari alla divulgazione di un calendario che in questo caso sarebbe poco educativo. Invitiamo tutte le amministrazioni a rispedire il calendario alla Provincia, come farà questo Comune».
da Il Mattino di Padova - F. Segato - 04 gennaio 2010

Di seguito le foto dello scandalo:



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